Testimonianze dell'Insurrezione

Memorie dell'operatrice sanitaria del battaglione scoutistico AK "Wigry" Barbara Gancarczyk-Piotrowska ps. "Pajak" (= Ragno)





Barbara Gancarczyk-Piotrowska,
nata il 18.03.1923 a Varsavia
operatrice sanitaria AK
pseudonimo “Pajak” (= Ragno)
secondo plotone della compagnia d’assalto
battaglione scoutistico AK “Wigry”



Occupazione.

         La nostra permanenza durante l’occupazione non fu facile. Mio padre cambiò diversi lavori. Lavorò come amministratore di edifici, amministrava rapporti. Eseguiva vari lavori temporanei. Come figlia sedicenne, quindi grande, cercavo d’aiutare i genitori. Davo ripetizioni, facevo disegni, lavoravo a maglia. Mi ricordo che le mie maglierie venivano consegnate a un negozio in via Mokotowska. Recuperavo la lana dalle maglie disfatte.
         I tedeschi avevano chiuso le Scuole Medie e l’Università. Le ragazze potevano studiare nelle scuole di cucito, di commercio o in quelle di economia domestica. Per i ragazzi c’erano le scuole edili o le botteghe artigianali. Ufficialmente esistevano solo scuole di quel genere.
         Gli insegnanti dell' anteguerra non la diedero vinta agli occupanti e cominciarono a organizzare l’insegnamento clandestino. Nelle scuole, dove gli edifici si erano salvati, tenevano lezioni a livello di Scuole Medie Superiori sotto la copertura di un istituto professionale. Fu così anche nell’edificio della scuola delle suore Nazaretanki, dove ufficialmente si trovava una scuola di cucito.
         Il palazzo del liceo di Maria Konopnicka, che si trovava in via Barbary e nel quale superai gli esami nel 1939, fu distrutto. In quella situazione le lezioni erano organizzate in scuole clandestine. Si crearono gruppi di cinque ragazze. Studiavamo ogni giorno nelle case private. Per timore di cospirazioni cambiavamo i luoghi. Poveri i nostri insegnanti, che avendo le lezioni in posti diversi durante la giornata, correvano da una parte di Varsavia all’altra, per arrivare in tempo! Non arrivavano mai in ritardo, si poteva sempre contare su di loro. C’erano tutte le materie come prima della guerra: polacco, francese, matematica, fisica. Anche il prete veniva a dare un insegnamento religioso.
         Alcuni avevano conservato i libri dell'anteguerra, oltre a quelli utilizzavamo gli appunti e, anzitutto, direttamente le lezioni degli insegnanti. Avevamo compiti da fare a casa, esercizi di matematica. Durante il periodo di apprendimento clandestino ho avuto un’ottima insegnante di matematica, la signora Straszynska, grazie a lei non ho avuto la difficoltà a superare l’esame all’Università.
         Per le lezioni clandestine non si pagava. Mi sembra di ricordare che gli insegnanti ottenessero la retribuzione dal Dipartimento per l’istruzione e la Cultura dello Stato Clandestino (Departament Oswiaty i Kultury Panstwa Podziemnego). Le paghe erano piuttosto modeste.
         Diedi l'esame di maturità nel 1941 nella scuola che ufficialmente esisteva come istituto professionale e si trovava in via Bagatela. Là, nel giorno dell'esame, furono riunite nell’aula circa venti ragazze. Ricordo i temi che ci diedero. Credo che per la lingua polacca avessi “Varsavia negli occhi di Boleslaw Prus”. Nello stesso edificio ho dato il secondo esame scritto di maturità di matematica. Dopo c’erano gli esami orali, mi sembra di polacco, storia e matematica. L’esame di maturità venne affrontato da un grande gruppo di ragazze.



Maturande delle lezioni clandestine nel 1941. Seconda dalla sinistra Barbara Piotrowska


         Trattavamo lo studio in maniera molto seria. Era in un certo senso come una battaglia con l’occupante. Lo studio nelle scuole clandestine non ci proteggeva dalle retate. Non avevamo nessuna tessera. Le ragazze che studiavano nell’istituto professionale o lavoravano avevano la tessera, per cui si sentivano più sicure. Per quel motivo ognuna di noi, a parte lo studio, aveva varie occupazioni. Io durante il liceo lavoravo nell’ufficio d’informazione della Croce Rossa Polacca (PCK), che si trovava nell’attuale Teatro Ateneum in via Czerwonego Krzyza. Quel lavoro mi dava la tessera e in un certo senso mi proteggeva. Andavo all’ufficio di PCK per due ore nel pomeriggio. Abitavo sulla Saska Kepa, perciò l’ufficio non era distante da casa. Avevo una “buona” tessera di PCK.
         Dopo aver dato gli esami di maturità, nel settembre del 1941, mi iscrissi al Corso di Disegno Tecnico di Jagodzinski – così si chiamava ufficialmente la scuola tecnica. Era una di quelle scuole “sotto copertura”, che realizzavano l’insegnamento clandestino a livello Universitario. C’erano le Facoltà di Ingegneria Edile, Meccanica e mi sembra anche Elettrica. Mi presero alla Facoltà di Ingegneria Edile. La scuola si trovava in via Sniedeckich, nell’edificio dell’anteguerra. Le lezioni si svolgevano nelle ore pomeridiane, i docenti erano i professori del Politecnico di Varsavia. Il livello era alto. I tedeschi non erano consapevoli di che tipo di lezioni fossero impartite in quella scuola.
         Le lezioni universitarie di matematica erano tenute, con i suoi assistenti, dal professor Witold Pogorzelski, ordinario del Politecnico di Varsavia, famoso matematico. Le lezioni di geometria algebrica invece dal professor Edward Otto, che ottenne il titolo di professore al Politecnico di Varsavia dopo la guerra. Il professor Stefan Bryla, conosciuto nel mondo intero, insegnava Costruzioni in cemento armato e acciaio. Insegnava Edilizia il prof. Trzcinski- già professore nell' anteguerra. Insegnavano Disegno a mano di primo grado il prof. Kaminski della Facoltà di Architettura, e Progettazione il prof. Aleksander Bojemski, già docente nell'anteguerra.
         Le lezioni di Storia dell' Architettura medievale ed antica erano tenute da un ottimo professore della Facoltà di Architettura- Marian Lalewicz, che già insegnava prima della guerra; quelle di Storia dell' architettura polacca dal prof. Jan Zachwatowicz e dai suoi assistenti, quelle di Storia dell' Architettura moderna dal prof.Lech Niemojewski. Quei docenti garantivano un alto livello di preparazione.
         Una parte delle lezioni si svolgeva nella scuola che esisteva ufficialmente per i corsi di disegno tecnico, invece l'insegnamento del resto delle materie veniva impartito in lezioni clandestine. Andavamo alle lezioni nell’edificio di Architettura di via Koszykowa. Però, la parte dove c'era l'ingresso dalla via Koszykowa era occupata dalla scuola di edilizia. Quelli che partecipavano alle lezioni clandestine entravano dal retro, dalla Facoltà di Architettura. Si entrava dal cortile di via Lwowska.
         Sulla porta sempre si metteva in agguato, in atteggiamento bonario, il bidello , il signor Wiraszko, che lavorava lì da prima della guerra. Ci faceva entrare di soppiatto nelle stanze dell’Istituto di Architettura Polacca, dalla parte del cortile. Là si svolgevano le lezioni di: Storia dell’Arte, Storia dell’architettura, illustrate con le slide. Ovviamente facevamo diversi esercizi di disegno ecc.
         Le lezioni si svolgevano anche in città, nelle case degli studenti e anche dei professori. Il mio esame di Storia dell' Architettura antica e medievale l'ho dato nell’alloggio privato del prof. Marian Lalewicz, invece l’esame di costruzioni in cemento armato e acciaio nell’alloggio del prof. Bryla, che abitava in via Noakowskiego 10 e che, prima della guerra, era stato preside della Facoltà di Architettura. Durante l’occupazione il prof. Bryla fu uno degli organizzatori del Politecnico Clandestino.
         Le richieste all’università erano di alto livello. Mi ricordo l’esame dal prof. Lalewicz. Eravamo in quattro: io, due colleghe e un collega. Ci preparammo accuratamente. La materia era molto interessante e le lezioni erano ben tenute. Dopo l’esame il prof.ci disse: “ Sapete che prima della guerra non ho mai avuto degli studenti così ben preparati.” A tutti ha dato il voto più alto.
         I voti erano scritti su foglietti che dopo davamo al collega. I risultati degli esami che davamo ufficialmente nella scuola Jagodzinskiego erano annotati nei nostri pseudo libretti universitari. Era semplicemente un cartoncino di tre pagine, dove scrivevano i voti delle singole materie. I voti degli esami dati frequentando lezioni clandestine erano annotati su fogli di carta e poi un collega li archiviava.
         Come ho già detto, ho cominciato la Facoltà nel settembre del 1941. Nell’ultimo anno, il 1944, la gioventù era molto coinvolta in vari lavori, soprattutto di cospirazione. Per questo motivo c’erano interruzioni all’università. L’ultimo l’esame l'ho dato, non ricordo più bene, ma credo nel 1943.



Le sorelle Barbara e Elzbieta Piotrowskie nel 1943.


         Il professore Bryla, che era uno degli organizzatori del Politecnico di Varsavia, si preoccupava che la gioventù studiasse. Ci ripeteva sempre: “Studiate, non trascurate lo studio. Quello che adesso fate, tutto vi sarà considerato dopo la guerra”. Il professore nel suo comportamento era abbastanza distaccato, ogni tanto era capace di sgridare una persona, ma sempre meritatamente. Nonostante ciò era un uomo di grande coraggio e sacrificio, follemente intensamente dedito alla gioventù.
         Durante l’occupazione esisteva continuamente un senso di grande pericolo. Soprattutto all’inizio c’era terrore. C’erano omicidi, arresti, fucilazioni nelle Palmiry nel 1940. C’erano retate nelle case, i tedeschi circondavano interi quartieri. Anche da noi nella Saska Kepa ci fu una giornata così, era domenica, avevano circondato il complesso delle vie, passavano negli alloggi e tiravano la gente innocente fuori dalle case. Dopo, alcuni venivano fucilati, alcuni portati nei campi di concentramento e gli altri nei campi di lavoro.
         Abitando nella Saska Kepa, ogni giorno passavo sul Ponte Poniatowskiego. Capitava sovente che i tedeschi fermavano il tram sul ponte, non si poteva scappare, al massimo ci si poteva gettare nella Vistola. In quei momenti se trovavano qualcosa, per es. un pacco sospetto, perché si portavano diverse cose, giornali o anche qualche volta armi.. .allora tutti andavano automaticamente in carcere, alla fucilazione. Esisteva il coprifuoco, in inverno forse era verso le otto o le sette. Quando tornavo a casa con qualche minuto di ritardo, mia mamma temeva già che mi fosse successo qualcosa.



Barbara Gancarczyk-Piotrowska

A cura di: Maciej Janaszek-Seydlitz

Traduzione: Anna Marciniak



      Barbara Gancarczyk-Piotrowska
nata il 18.03.1923 a Varsavia
operatrice sanitaria AK
pseudonimo “Pajak” (= Ragno)
secondo plotone della compagnia d’assalto
battaglione scoutistico AK “Wigry”





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